I colori per l’autunno-inverno 2018-2019
Sfatiamo un mito: non ci sono colorazioni di moda, ma solo consulenze personalizzate. Per la nuova stagione sì a biondi, castani e rossi, ma mai monocromatici
Da una parte le colorazioni da fare in Salone sono sempre più tecnologiche e performanti, dall’altra non si parla più di tendenza colore e gamme cromatiche ben precise.
«Il colore è puro, esattamente come viene descritto, rispecchia in toto quello che ci si aspetta di avere sui capelli, a prescindere dalla tipologia o dalla porosità – afferma Rossano Ferretti, hair stylist delle star (è lui che ha dato il via al fenomeno del bob tagliando i capelli a Pippa Middleton) e Global Ambassador Coty Professional Beauty – dentro quel colore, però, c’è tutto un mondo, no c’è una sola nuance. In una colorazione granny, per esempio, ci sono dei beige e dei biondi; Koleston di Wella si può usare per fare colpi di luci, balayage, gloss che rendono il biondo meraviglioso. È un colore che danneggia sempre meno il capello, con un processo inverso rispetto alla normale colorazione che invece stressa la fibra con il tempo».
E a proposito di tendenze colore, però, dobbiamo sfatare un mito. O meglio, svecchiare un concetto: la parola tendenza è old style, perché va sostituita con «consulenza». «Non ci sono più trend, il trend è la consulenza, che è l’unico vero momento in cui l’hair stylist può capire, toccare e interpretare qual è la bellezza unica di ogni persona, quali sono le sue esigenze e cosa le rende felici», spiega Rossano Ferretti. « Non ha alcun senso parlare di frangia alla Jennifer Lawrence o di rosso come Jessica Chastein, questo modo di intendere lo styling e il colore è contro il concetto stesso di bellezza».
L’unico vero punto fermo per l’Autunno/inverno 2018-2019 è la luce. Una luminosità creata con diverse tonalità di colore all’interno della stessa miscela. Si parla di multi-brown, ad esempio, e la fiducia va riposta nelle mani esperte del colorista che usa tecniche diverse con la migliore tecnologia del colore. «Saper usare tecniche diverse significa saper personalizzare il risultato, e non creare colori poco naturali. Il capello non deve sembrare colorato», dice Ferretti. Così, anche sui capelli, siamo arrivati al no-makeup. Al colore non-colore, che è estremamente lavorato, ma non si vede. Proprio come quando si costruisce la base trucco. La più difficile da ottenere, secondo i make-up artist, perché per creare l’invisibile ci vuole capacità di sovrapposizione sottile, dalla precisione maniacale.
La prossima stagione vedremo ancora i crazy colors? I saloni li hanno proposti come varianti agli underlights per aggiungere un tocco più audace e dinamico. Ma «questi colori pop continueranno a funzionare solo se usciranno dal concetto di crazy e saranno considerati come parte integrante di una gamma colore a tutti gli effetti. Farsi delle ciocche verdi non dovrà più essere una scelta di stile straordinaria», conclude Rossano Ferretti.